A Monte Piloso( oggi Irsina, Prov. di Matera), con le sue colline dalle caratteristiche microclimatiche eccellenti e le tecniche di coltivazione secolari, si produce un olio di qualità superiore. Re Carlo di Borbone introdusse una particolare riduzione delle tasse per i proprietari che avessero coltivato i loro terreni ad uliveto, fu così che da ogni albero di ulivo furono tagliati giovani rametti che, piantati , presto misero radici e oggigiorno di 180 milioni di alberi italiani ben 50 milioni sono localizzati tra Lucania e Puglia, regioni olivicole più importante del mondo con il 10% della produzione totale. Una curiosità è che, in un decreto emanato il 12 dicembre 1844 da Ferdinando II, si prescriveva la necessità di un “certificato di origine“ per l’olio di oliva (una specie di marchio DOC) che era esportato in tutto il mondo, Stati Uniti compresi, e rappresentava la metà del valore delle esportazioni meridionali.
Olio pregiato, extravergine, di colore verde con riflessi gialli. La dieta mediterranea annovera l’olio di oliva fra i suoi tre pilastri nutritivi, noi abbiamo la fortuna di avere una lunga tradizione legata a questo prodotto di alta qualità.
Come si riconosce un vero olio extravergine di oliva? Prima di tutto dall’etichetta, che deve rispondere alle leggi in vigore. In base alle tecnologie di produzione e alle caratteristiche chimiche, oggi diverse tipologie di olio sono distinte attraverso diverse categorie merceologiche.
La prima, quindi la più pregiata, è quella dell’olio extravergine di oliva, estratto per molitura delle olive, con un’acidità massima dell’1%, ma negli oli migliori l’acidità è di gran lunga più bassa. Segue poi l’olio vergine di oliva, ottenuto con la stessa procedura dell’extravergine ma con un’acidità massima del 2%.
Al terzo posto troviamo l’olio di oliva, che presenta acidità al di sotto dell’1,5% ma è frutto di una miscela di oli di oliva raffinati e di oli vergini (che la classificazione suddivide in extra, vergini e correnti). Nel gradino più basso troviamo l’olio di sansa di oliva, che è frutto della miscela di sansa, raffinato e vergine, con un acidità non superiore all’l,5%. Tornando al più pregiato, l’extravergine, da qualche anno è possibile trovarne sul mercato alcuni, riconosciuti come extravergine a denominazione d’origine.
Cosi come avviene per i vini a denominazione d’origine controllata (d.o.c.), questa etichettatura è riservata agli oli prodotti in zone geografiche ben delimitate, che presentano caratteristiche varietà di ulivi selezionati e condizioni peculiari del1’ambiente di produzione. Concludo dicendo che in Monte Peloso l’olio è, di norma, olio extravergine mono varietale.